ESITI CONVEGNO FINCREDIT "CONFIDI 2020"

La sala della Camera di Commercio di Roma al tempio di Adriano, lo scorso 9 dicembre, era gremita per il convegno organizzato da Fincredit Confapi. Il tema dell’accesso al credito, le sue difficoltà e le possibili soluzioni per rafforzare l’azione dei confidi a sostegno delle Pmi ha richiamato il pubblico delle grande occasioni in ambito finanziario: confidi, operatori del sistema, imprenditori e alcune banche hanno analizzato, discusso e si sono confrontati sull’attuale situazione del sistema confidi e del rapporto con le pmi.

Concretezza e lungimiranza hanno contraddistinto gli interventi di ciascun interlocutore nel proporre soluzioni attuabili e nuove opportunità per uscire da una situazione di stallo che frena l’economia e impedisce non solo la crescita imprenditoriale italiana ma la sussistenza stessa delle imprese made in Italy. E il dito puntato è, in primis, nei confronti dell’accesso al credito, un miraggio per troppi imprenditori.

Lo ha detto a chiare lettere, nel suo discorso di benvenuto, il presidente della Camera di Commercio Giancarlo Cremonesi. “Il vero problema è rappresentato dalla difficoltà di molte imprese di accesso al credito, soprattutto in periodi di crisi come questa dove – ha rimarcato con forza Cremonesi - è necessario finanziare le imprese cercando tutti gli strumenti messi a disposizione”. “E’ necessaria – ha affermato - una nuova politica per il credito verso le Pmi”. Se il buongiorno si vede dal mattino, l’intervento successivo non è meno eloquente e diretto. Anzi.

E’ difatti il presidente di Fincredit Massimo Nobili ad entrare nel vivo del focus del convegno. In piedi, davanti a buona parte dei vertici della finanza romana, Massimo Nobili ha scandito il suo appello. “E’ necessario e doveroso ripensare il sistema dei confidi per poter  proseguire– ha sottolineato Massimo Nobili, presidente di Fincredit Confapi, terza confederazione a livello nazionale per volume di garanzie erogate - sulla strada che ci compete nel sostenere le piccole e medie imprese nell’accesso al credito”. Nonostante le difficoltà del settore e dell’economia che si protrae ormai da tempo, la federazione nazionale di Confidi, in rappresentanza di più di 81mila imprese, può vantare numeri importanti: ha infatti rilasciato oltre 85 mila garanzie per un volume di affidamenti in essere al 31 dicembre 2013 pari a circa 8,1 miliardi di euro (4,3 dei quali garantiti dai Confidi, di cui 1,6 miliardi solo nel 2013). “Vi è poi – ha aggiunto il presidente Nobili – la questione dell’accesso diretto al Fondo Centrale di Garanzia da parte del sistema bancario”. Senza giri di parole il presidente Nobili tocca uno per uno i temi “caldi” del convegno. “Dobbiamo infatti registrare che i flussi di garanzie rilasciate dal sistema confidi stanno decrescendo. Questo perché – ha motivato Nobili toccando nel vivo il problema - l’utilizzo diretto del Fondo Centrale di Garanzia, senza l’intermediazione del sistema dei confidi limita fortemente il ruolo di questi ultimi e ne riduce l’azione di intermediazione togliendo così un sostegno vitale alle imprese. A tal proposito – ha aggiunto - serve quanto prima una legge che definisca l’ambito di azione del sistema confidi”. Spetta quindi a Massimo Maria Amorosini, direttore generale della Confapi, alzare il tiro, raccontando nel suo intervento le difficoltà di molti imprenditori riscontrate sul territorio e sollecitando – senza se e senza ma – un immediato intervento del sistema confidi verso il governo nazionale. “Abbiamo l’obbligo di stimolare in maniera concreta azioni di politica economica che possano assicurare un adeguato sostegno all’accesso al credito delle PMI. La situazione di difficoltà che fino a tre anni fa era legata più a determinate aree geografiche, allo stato attuale – ha tuonato Amorosini - si è diffusa a tutto il territorio nazionale senza più nessuna distinzione. Ultimamente, nel visitare alcuni territori dove la presenza di Confapi è molto radicata, ci sono arrivate voci di imprenditori che si trovano o a non avere o ad avere con grande difficoltà finanziamenti bancari”. “L’accesso al credito per le PMI sta diventando il principale problema in Italia per la sopravvivenza delle aziende stesse” ha fatto eco a gran voce il presidente di Assoconfidi, Fabio Petri. “Questa crisi – ha sostenuto - sta inoltre mettendo in discussione i presupposti per un corretto funzionamento del sistema privato della garanzia. Oltre ad attivare una vera sinergia del sistema pubblico – privata della garanzia, serve quindi definire una politica economica della garanzia che – ha concluso Petri - contribuisca a far riprendere il flusso del credito a favore delle PMI quale presupposto per l’uscita del Paese dalla crisi”.

L’altro ostacolo lungo il percorso di sviluppo e crescita dei confidi fa riferimento al Fondo Centrale di Garanzia. Nel suo intervento Carlo Sappino, Direttore Generale per gli incentivi alle imprese del MISE, non ha nascosto che “gli ultimi interventi normativi abbiano determinato un eccessivo vantaggio nell’accesso al Fondo Centrale in garanzia diretta rispetto alla controgaranzia”, per ovviare a questa sbilanciamento, ha anticipato Sappino, saranno realizzati interventi mirati a riequilibrare le due modalità operative. Oltre a fornire alla platea una dettagliata ed ampia panoramica sui principali interventi agevolativi a favore delle imprese, tra cui la “Nuova Legge Sabatini” e sul “Fondi di crescita sostenibile”, Sappino è intervenuto circa le misure a sostegno dei Confidi previste nella Legge di Stabilità 2014, tuttora non erogate. “Il Ministero – ha affermato -sta valutando le forme di attuazione più opportune, al fine di consentire sia il rafforzamento dell’azione del sistema della garanzia sia il conseguimento degli obiettivi fissati dalla legge”.

A raccogliere l’appello alla Politica, facendosene portavoce, era presente il senatore Federico Fornaro. Un “ambasciatore” illustre e di peso, visto che Fornaro è nientepopodimenoche il relatore al Senato sul disegno di legge delega sulla riforma dei Confidi. Nel suo intervento Fornaro ha posto l’accento sull’importanza di agire rapidamente a sostegno del sistema: l’elevato tasso di sofferenza e le ridotte prospettive di sostenibilità nel medio/lungo periodo non sono più sostenibili. Ai Confidi, ha sostenuto convintamente il senatore Fornaro, spetta un ruolo centrale all’interno di una politica industriale per la garanzia unitamente ad una migliore relazione con il sistema bancario. Secondo quanto illustrato da Fornaro, la legge delega attualmente in discussione al Senato, prenderebbe in considerazione tutte le criticità riscontrate da questi soggetti cercando le giuste soluzioni: l’auspicio dei presenti e di tutto il settore è che il provvedimento passi all’esame del Senato entro la fine di gennaio: questo percorso porterebbe difatti questo percorso porterebbe sia ad una patrimonializzazione e contribuzione pubblica in conformità alla normativa sugli aiuti di Stato, che alla semplificazione e razionalizzazione degli adempimenti ed un ampliamento dell’operatività dei Confidi verso nuovi servizi e prodotti così da intercettare e rispondere alle rinnovate esigenze delle PMI e alle opportunità offerte dal mercato. Infine, Andrea Muti di Unioncamere, ha posto l’attenzione sulle tematiche di interesse del mondo dei Confidi nel rapporto con il sistema camerale e  tutte le attività attualmente poste in essere con Assoconfidi. Il sistema camerale ha da sempre sostenuto l’attività dei Confidi su tutto il territorio nazionale, evidenziando come in media fossero state erogate risorse in favore del sistema della garanzia per circa 90 milioni di euro all’anno. “Se sarà confermata la previsione normativa di riduzione del 50% in tre anni del diritto annuale che le PMI versano alle Camere di Commercio – ha ipotizzato Muti -, si prevedono rilevanti impatti negativi sulle economie dei territori, sull’occupazione, sui bilanci delle Camere di commercio, con un effetto recessivo generale che non potrà certo rappresentare un contributo positivo allo sviluppo economico del Paese”.

Ha chiuso i lavori l’autorevole intervento dell’imprenditore e produttore cinematografico Antonio Avati, per il quale è risultato fondamentale il supporto ricevuto dal Confidi a sostegno dell’attività della sua azienda. Solo grazie a quest’intervento la società ha ottenuto la garanzia necessaria a fornire la copertura finanziaria di parte delle loro produzioni cinematografiche. “Il lavoro sinergico dell’attività di assistenza e consulenza svolta dal Confidi, unitamente al supporto del Fondo Centrale di Garanzia, hanno permesso – ha concluso soddisfatto Avati - di sostenere la nostra impresa nel complesso ed articolato rapporto tra la banca e le realtà imprenditoriali”.